giovedì 21 maggio 2009


E’ più quello che si riceve che quello che si dona!

Ecco la testimonianza di una ragazza che ha trascorso una settimana, a Gornja Bistra, in un ospedale per bambini affetti da malformazioni e problemi di diversa natura.

Ce li ho ancora dentro, quei bambini...Ci sono momenti, sensazioni che non dimenticherò mai, che ancora vengono a visitarmi nei sogni, proprio come quando sono tornata dal Brasile....Ricordo, perchè voglio ricordare con tutta me stessa, quando l'ultimo giorno sono andata a salutare iljana, e lei mi ha sorriso come sempre coi suoi dentini radi, il suo visetto dolcissimo, il suo occhietto destro che vaga in qua e in là; era stesa nel suo lettino, incapace di muoversi, eppure mi pareva che stesse saltando di felicità quando mi ha vista. L'accarezzavo e pensavo "non voglio MAI dimenticarmi di tutto questo, non voglio farmi travolgere dalla vita quotidiana quando tornerò a casa, non voglio che il suo viso si sbiadisca dentro di me, perchè è vero e vivo, è la Vita dentro questo corpicino immobile"...Ri-cordo, ri-cordare significa riportare al cuore... è mio dovere dolcissimo ricordare sempre a me stessa quello che ho vissuto, e dare agli altri quel non so che di Gornja che ti accende qualcosa dentro e ti fa dire: "parto anche io".Non mi interessa fare proseliti, ma non posso stare zitta, perchè anche chi è innamorato non riesce a tacere e vorrebbe gridarlo a tutto il mondo: così io vorrei gridare che a Gornja ho conosciuto l'Amore, e ho capito cosa significa vivere la Vita, anche se dentro un corpicino deforme e confinati in quattro mura, per quanto solide, antiche, ora colorate, ma pur sempre quattro limitate mura.Ri-cordo, ancora.... che un giorno stavo nella cameretta di josippone, e giovi accarezzava stanko... ad un certo punto smette di accarezzarlo, mi guarda e mi dice: "ma sai che lui è Gesù?" mi sono guardata attorno, e tutto mi sembrava un'immensa dichiarazione d'Amore... e la commozione è ancora più forte, quando capisci che Qualcuno ti ha voluta lì, per dare e ricevere, in questo scambio di emozioni tra esseri umani che è la cosa più bella del mondo.Quanto sono diventata sdolcinata.... si dice così in genere di chi parla troppo dell'Amore giusto? Perchè in effetti, dopo un po' che ne parliamo, dobbiamo far basta.... sennò arrossiamo e ci imbarazziamo.Sì è vero, l'Amore è imbarazzante perchè non ha filtri nè barriere, ma è gratuito e puro: come Ivana che il primo giorno, appena siamo entrati con tutte le nostre paure e insicurezze, senza averla mai vista prima è corsa da letizia con le sue palline gialle in mano e le ha chiesto di farle i massaggi sulla schiena... o come nina, che ci ha accolti con la sua solita chiacchiera, e ha voluto toccare a tutti i capelli, e prendendomi per la testa dopo appena 5 minuti che ci scambiavo qualche parola, mi ha detto: "piiiiccola!" stringendomi forte, lei che ha la mia età e ha il corpo di una bimba.Sì, l'amore è imbarazzante come lo sono i bambini, semplici e diretti: eppure ti entra dentro e come la freccia meglio scoccata va dritta al centro della tua anima, e da lì non si schioda.Sono felice di aver vissuto tutto questo.... Di essermi presa il vomito, i graffi, le tirate di capelli ma anche i bacetti e le risate del mio Dejan: mi porto tutto a casa, tutto ancora aggrovigliato ma pian piano sempre più chiaro e semplice dentro di me, come semplici sono i bambini di gornja, come semplice è l'Amore, e, in fondo, la Vita.
GRAZIE a tutti di ogni cosa...!
Giulia

venerdì 15 maggio 2009

A volte non servono le parole....

Vorrei farvi partecipi della testimonianza di una mia amica....lascio spazio a "lei" perchè non ci sono molte parole da aggiungere..

"Avete mai visto una persona sordomuta cantare?
Io sì, ed è qualcosa di meraviglioso.Accade spesso nella mia parrocchia, quando la domenica un gruppo di persone con questo problema partecipa alla messa grazie ad una ragazza che traduce le parole in gesti, in un linguaggio senza lingua nè parole.Il momento più bello e commovente però, è proprio quando facciamo un canto: mi sono sempre immaginata che loro ci vedano come pesci in un acquario che muovono la bocca e si agitano in modo strano; ho sempre pensato che vivessero questo momento con tristezza, col dolore di non poter partecipare... E invece mi sbagliavo....Giusto oggi il nostro parroco ci ha invitati a cantare con forza l'alleluja, per poter gridare a tutti la gioia di Gesù Risorto, e io mi sono detta: ma loro, come potranno comunicare questa gioia? Come potranno mai unirsi al nostro canto?Ed ecco accadere un piccolo miracolo: hanno cominciato a mimare le parole del canto, le loro mani al posto della loro bocca, e con un tale trasporto negli occhi, e con una tale voglia di esprimere ciò che provavano dentro, che mi sembrava di sentire le loro voci unirsi alle nostre, che sono così scontate e stanche alle volte, così prive di anima. Loro invece cantavano, e tutto il loro corpo esprimeva questo canto d'amore e gioia per il Dio che è risorto...Ecco, sì, è questo il miracolo della fede: anche un muto può cantare, anche un sordo può sentire ciò che Cristo è venuto a dare a tutti noi, un Amore che non conosce limiti.Riuscirò mai a cantare come stamattina cantavano loro?"
Giulia