Ancora una testimonianza dall'ospedale di Gornja Bistra..
Da dove inizio?? mmmm...bè posso iniziare con il dire che il gruppo con cui sono partita era fantistico, che più strano e improbabile da mettere insieme non si poteva. Ma da subito, tra di noi è scattato qualcosa di particolare: era come se ci conoscessimo tutti da una vita, come se avessimo già fatto un viaggio insieme e questa dolce sensazione ci ha tenuto compagnia per tutta la settimana...anche durante gli imprevisti! ( il pulmino che magicamente ci chiude fuori (grazie ale davvero!) e la casetta che per poco va a fuoco).
...ora però arriva la parte difficile...
dunque..mmm....(ma quanto è difficile???????) al nostro arrivo, ad aspettarci in casetta c'era la referente, Cristina una ragazza tanto dolce e con la testa un pò tra le nuvole: pure con lei abbiamo avuto la medesima e reciproca sensazione di conoscerci già.
ovviamente è lei che ci ha fatto da "cicerone" all'interno dell'ospedale...
Non appena entrata in quel vecchio castello, i miei pensieri hanno iniziato a viaggiare velocissimi e si sono scollegati dal resto del mondo; durante quella settimana per me non c'è stato nient'altro.
Poi, mentre Cristina ci spiegava alcune cose, ho iniziato a dare una sbirciatina qua e la nelle camere e subito è nata la prima di una lunga serie di domande: che cavolo posso fare io per questi bambini??? la risposta è stata: NIENTE. ero disorientata davanti a quello che vedevano i miei occhi e non sapevo davvero cosa fare: la vera disabile ero io.
Poi, i bambini hanno fatto la magia: mi hanno reso cieca e i miei occhi non vedevano più nè handicap, nè deformità, ma solo piccoli angeli con una grande voglia di vivere e un profondo attaccamento alla vita. Cose che ha me ha trasmesso in modo particolare la mia ragnetta Kristina: con le sue piccole manine si attaccava forte al camice (o camicie? bo!) e non lo lasciava più... ed io non volevo lasciarla più!
Dopo pochi minuti passati in ospedale con i bimbi, ho capito che non dovevo fare niente, se non lasciarmi guidare dall'amore...che inevitabilmente, inizi a provare per questi "esseri speciali"...poi ogni cosa sarebbe venuta da sè.
E così è stato: ogni istante passato era un susseguirsi di emozioni...ogni loro piccolo gesto era un avvenimento e una festa per tutti noi (il piccolo Leo ha imparato a gattonare!).
In 7 giorni, mi sono resa conto che questi bambini, percepiscono ogni tua emozione e stato d'animo...e se penso al gesto che Tyson ha fatto sabato sera mi vengono i brividi: mi avevano appena portato via (mi hanno strappato la carrozzina dalle mani) la mia Kri, e mi era venuto da piangere...lui stava mangiando con Cristina, (la referente) ed io mi sono seduta vicino a loro..Tyson quando mi ha vista, ha allungato una manina e me l'ha passata sulla guancia....è stata un'emozione fortissima.
Ora porto dentro di me questo tesoro, che custodirò con gelosia.
Porto dentro i loro sguardi, i loro sorrisi, le loro grida, i loro silenzi....silenzi che raccontano il loro mondo. La vera missione in 7 giorni sono stati loro a compierla...sono riusciti a donarmi qualcosa di immenso...loro stessi.
ed io, cosa sono riuscita a donare a loro? non lo so...ancora non l'ho capito...
Quello che però ho capito è che ogni vita non è vana...MAI! che:
"...siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo..."
é stata un'esperienza bellissima...e ancora non faccio che pensarci...
Grazie piccole anime belle per avermi riempito il cuore....
Ritina
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